Alla fine degli anni Ottanta, Nanni Malpica mette le mani su un tesoretto di non trascurabile entità. Consapevole che non sarebbe durato all’infinito, decide di spenderlo nel migliore dei modi: convoca un paio di amici per progettare un viaggio, il primo di una lunga serie. Prendono una penna e la puntano su una carta geografica. A caso. La città più vicina risulta chiamarsi Manado, sull’isola di Sulawesi, in Indonesia. Oggi è nota per possedere una delle più belle barriere coralline del Pacifico, ma allora era completamente sconosciuta.
Così cominciò la sua lunga stagione di viaggiatore. Senza sponsor, senza macchina fotografica. Bastava essere presente, sparire in sfondi esotici.
Solo più avanti l’autore ricaverà dei racconti da episodi che gli erano rimasti particolarmente vividi nella memoria. Altri ne ha scritti utilizzando la fantasia, ma sfruttando comunque le atmosfere dei posti in cui è passato. E oggi sono confluiti in questa raccolta.
“Potrei scriverne altri, me ne sono capitate veramente di tutti i colori” confessa. “Dovrei vincere la pigrizia dell’età e mettermi a ricordare. Ho un po’ paura che i ricordi mi inghiottano; sapete: a volte lo fanno. Ma può anche valerne la pena.”