Che può fare un bambino? Cosa può pensare, quando la violenza entra nella sua vita mascherata da bontà e autorevolezza? O quando la distrazione dei grandi impone un “non dirlo a nessuno” così assoluto e testardo?
In questo vuoto annaspa raccontandoci le disgrazie di quel tempo, i maltrattamenti perpetrati dalla “madre”, i dialoghi con la morte e il ripetersi angosciante della paura, le azioni forti e terrificanti per il non poter urlare al mondo il proprio dolore.
Una lotta contro mostri e incubi che trova rifugio in giornate rabbiose, talvolta disperate. Ma anche giornate con la luce dell’infanzia appiccicata addosso, con tutta la sua gioia e incoscienza, con una spontanea e irriverente capacità di leggere i fatti drammatici tipica di quell’età.
Un bambino che riuscirà, nonostante tutto, a trattenere la bellezza che è dentro di lui; la tratterrà con giochi di anguille nel fosso davanti a casa, con la fortezza del suo gigantesco mondo interiore; ma lo farà gridando la rabbia che lo divora e lo incattivisce, che lo rende assassino. A dispetto di chi l’avrebbe soffocata, salva la sua parte più autentica attraverso le stagioni, la natura, gli odori, il sesso, a cavallo della sua fervida mente, con il suo coraggio. E ogni stagione lo troverà ancora integro di fronte alle brutture, mentre lui gioca, sogna, si ribella.
Questo è un libro voluto per raccontare il dolore del “non dirlo a nessuno”.