Giacomo Dionisi è un giovane e affermato ricercatore della facoltà di Lettere Moderne all’università di Bologna. La sua competenza nel campo della letteratura fantastica dell’800 gli ha procurato riconoscimenti prestigiosi e la fama di intellettuale dalla mente logica e rigorosa, priva di pregiudizi, vivace e curiosa. Forse troppo curiosa. Perché durante una vacanza solitaria e fuori stagione in una remota e sconosciuta valle dell’Umbria, Giacomo si avventura in un’escursione fino a una a casa diroccata, perseguitata da una macabra leggenda. Perché lì visse nel secolo precedente un ricco nobiluomo ossessionato da pratiche negromantiche, che scomparve all’improvviso durante una notte. Giacomo esplora la casa e scopre una biblioteca di testi esoterici murata un secolo prima, e s’immerge nella lettura. Nel frattempo, il crepuscolo cala all’improvviso e lui è costretto a trattenersi in quella spelonca. Poco male, ha viveri, acqua e il suo sacco a pelo. Avrà il coraggio di sopportare gli eventi di quella notte? La voce di un vecchio che mormora cantilene in una lingua misteriosa, il rumore ossessionante di una mola che affila un coltello, e il pianto di una ragazza lo tormentano, rischiando di farlo impazzire e svelando poco a poco il segreto di quella leggenda raccapricciante. Ma Giacomo è deciso ad applicare il suo rigoroso metodo scientifico anche in questa circostanza, e intende risolvere il mistero, e “chiudere il giro”, a ogni costo. Anche quello della sua stessa vita. Un racconto ispirato alla filmografia di genere di Pupi Avati, dove gli echi delle “fole contadine” rappresentano l’atmosfera e l’ambientazione adatta a creare una suspense sottile priva di “effetti speciali” ma non per questo meno inquietante.