Fuerte Apache, villa miseria di Buenos Aires. Quartiere povero, degradato e pericoloso, dove respirano assassini, fannulloni da sussidio o spacciatori di droga. Ma anche tutte le altre anime che affollano i blocchi di cemento scadente, e che si alzano la mattina all’alba per poi lavorare nei cantieri, nei campi, nei magazzini. Ovunque, per qualche peso e un piatto di riso ai figli.
Il quindicenne Tullio Molina spera di scappare dal barrio grazie al calcio, come prima di lui ha fatto il suo idolo, Carlos Tévez, l’Apache. Di cambiare vita, di lasciare quella fogna senza speranza. Si ritrova invece costretto a una vera fuga quando l’amico Ramon lo coinvolge, suo malgrado, in un furto alla persona decisamente sbagliata: Tati, uno degli spacciatori più violenti e bastardi del Fuerte. Uno che non perdona, che ammazza Ramon e che è pronto a fargli la pelle per avere indietro i soldi.
Tullio trova rifugio fuori città, nella piccola fattoria dello zio Alfredo. Ma anche la Pampa purtroppo riserverà dolorose sorprese, che risveglieranno un cuore apache.