Perché una signora milanese dell’alta borghesia, autrice di trattati dal tono convenzionale che alcuni, forse non a torto, hanno inserito nel filone antifemminista, quando dismette l’abito della saggista e indossa quello della scrittrice creativa si trasforma in un’outsider capace di proporre con autentico vigore modelli femminili originali e anticonformisti? È difficile rispondere a questa domanda, ma la lettura delle diciannove novelle che compongono la raccolta La sottana del diavolo possono aiutarci a comprendere come nella medesima persona possano convivere l’attrazione verso il rassicurante richiamo della tradizione e il pulsante desiderio di annientare le ammuffite consuetudini borghesi. Neera porta a spasso per le pagine di questa raccolta tutte le proprie contraddizioni, senza preoccuparsi troppo di far tornare sempre tutti i conti, perché la letteratura non va mai confusa con le scienze esatte e, come ripeteva Marinetti, “contraddirsi è vivere”.