Diciassette racconti in cui Ada Negri scandaglia l’animo femminile dai primi vagiti all’estrema vecchiaia senza mezzo cedimento sentimentalistico. Una scrittura dura per narrazioni nelle quali si avverte inevitabilmente in controluce il vissuto dell’autrice, che non a caso dedica la raccolta alla propria nipote, o meglio alla figlia della figlia: “A Donata, figlia di Bianca”. Pochi, in verità, gli slittamenti autobiografici, perché nelle storie che si susseguono in queste pagine non è tanto la trama a tenerci col fiato sospeso, ma la rappresentazione di un mondo, quello muliebre, in cui la libertà appare impossibile e l’autodeterminazione è solo un miraggio, perché l’unico destino possibile per le donne sembra quello di essere identificate attraverso la propria “funzione famigliare”: la figlia di, la madre di, la moglie di, la suocera di, la nonna di, ecc.