Un anno senza Robot può essere buio, ma un Anno senza sole, è (forse) più difficile da affrontare, un’impresa che vale un Premio Hugo e un Premio Nebula per l’autrice Naomi Kritzer.
Del resto cosa si può fare contro il destino? Comprarne uno migliore? È l’ultima cosa che gli abitanti di una povera città africana possono vendersi in Destino ritardato, racconto finalista a diversi premi di Oghenechovwe Ekpeki. Una storia di quasi ordinaria oppressione, come quella di Lucia in una società distopica dove tutto è controllato nel racconto di Milena Debenedetti. E ancora peggiore è il destino del protagonista di L’Altrove di Cosimo Argentina, naufrago sul pianeta di una civiltà ormai scomparsa. Di fronte a queste cose tutto perde il significato: e se lo perdono anche le parole? Davide Camparsi nel racconto Logos, vincitore del Premio Robot 2024, racconta il fenomeno del jamais vu e di come perdendo la capacità di capire le parole si apra la porta per un superiore livello spirituale. Non lo stesso livello spirituale della duchessa fantasma raccontato da Elisa Franco; sarà in grado una nuova tecnologia di entrare in contatto con la morta?