Sicilia, 1956, costa tirrenica del messinese. L’ispettore Vietri è soprannominato lo Zingaro non solo perché figlio di padre siciliano e madre jugoslava, ma soprattutto per il suo carattere solitario e scontroso. Dio, patria e famiglia sono i valori e gli ideali per cui lo Zingaro ci ha quasi rimesso la pelle a Salò, ma ne è valsa veramente la pena? Questa la domanda che continua a rimbombargli in testa mentre un gruppo di comunisti lo pesta a sangue. Forse ne è valsa la pena, sì, ma forse no. Roso da mille dubbi, in una Sicilia che non ha ancora rimarginato le ferite della Seconda guerra mondiale, si ritrova a dover far luce sulla morte dell’Aristocratica, una prostituta il cui corpo viene ritrovato sulle spiagge di Spinesante. Anche lui in passato aveva frequentato l’Aristocratica e quando scopre la donna aveva partorito da poco, vuole a tutti i costi ritrovare il neonato di cui nessuno sembra sapere nulla. Eppure qualcuno negli ultimi tempi ha visto spesso una lussuosa FIAT 1100 TV bianca parcheggiata sotto casa della donna. Chi sarà il facoltoso cliente? Non sono solo gli ideali a vibrare nel cuore di un popolo orgoglioso, specie quando soldi e potere corrompono anche le coscienze.