Quando nel 2002 il grande pubblico ha scoperto Lanfranco Fabriani, vincitore del premio Urania col romanzo Lungo i vicoli del tempo, gli appassionati più attenti lo conoscevano già da vent’anni. E tutte le doti che avevano portato al successo quel romanzo erano già presenti nei suoi racconti fin dalle prime pubblicazioni sulla fanzine di culto The Time Machine: la precisione dei dettagli, l’arguzia, la vena ironica, l’eclettismo, il senso della trama e del ritmo degni di uno scrittore navigato. Se fosse nato negli Stati Uniti, dice Vittorio Curtoni nell’introduzione, forse la sue storie sul viaggio nel tempo sarebbero famose come quelle di Poul Anderson. Ma Lanfranco Fabriani è nato in Italia, e questa è una occasione rara di gustarsi tutta la sua narrativa breve.