Oggi, a oltre un secolo dalla pubblicazione del primo racconto di H.P. Lovecraft sui Grandi Antichi, i Miti di Chtulhu sono noti in tutto il mondo e scrittori delle lingue più diverse li hanno fatti propri. Tra questi anche gli italiani e la prima antologia di nostri autori dedicata ai Grandi Antichi risale a trent’anni fa (Gli eredi di Cthulhu, Solfanelli, 1990). Oggi, nel 2020, esce questa Il ritorno dei Grandi Antichi, che avendo raccolto ben 27 storie, alcune delle quali di una certa lunghezza, esce per Delos Digital in due parti, con i contributi in rigoroso ordine alfabetico d’autore, la prima dalla A alla G, la seconda, questa, dalla L alla V. Le storie, ovviamente, non hanno tra loro alcun collegamento di alcun genere se non quello di aver attualizzato e ambientato in Italia (quasi sempre), una mitologia dell’orrore che rende omaggio a H.P. Lovecraft, “questo genio venuto dall’Altrove” come lo definì Jacques Bergier che lo propose sulla rivista Planète negli anni Sessanta del secolo scorso, e alla sua immaginazione cosmica. (dalla prefazione di Gianfranco de Turris)