In un futuro piuttosto remoto, la giovane Ada è una sophista, una studentessa che vive in una comune di sole donne sulle montagne intorno al Lago Maggiore, con un impatto sostenibile sul territorio. Come le altre compagne, le giornate di Ada sono scandite da studio, lavoro e socialità, ma questa non è un’organizzazione di tipo monastico. I rapporti interpersonali sono regolati da relazioni totalmente aliene, con ruoli sessuali come matrici e nutrici: questo in virtù di una mutazione iperosmica in seguito alla quale gli umani maschi, si sono estinti secoli prima.
E allora il travaglio interiore di Ada, che la conduce alla soglia della maturità, affonda le radici in una vicenda molto più prossima al nostro tempo: la fuga di due donne, Elisa e sua madre, attraverso un mondo lacerato da una vera e propria guerra totale tra i generi: il futuro della civiltà è affidato alle due, alla loro eredità morale e al Libro delle Femmine che ne sarà il risultato, e che dopo secoli rischia di fossilizzarsi in un dogma inattaccabile.
Questioni di genere, morale, cambiamenti di mentalità e di linguaggio: Romina Braggion, autrice rivelazione del 2020 con La Compagnia Perfetta, scrive una storia maledettamente radicale per la sensibilità odierna; ma è evidente che, nel mondo futuro che racconta, l’epoca estremista sarebbe quella in cui viviamo adesso.