Sette quadri sulla parete illustrano altrettanti strani universi. Ma se non fossero solo quadri? A volte esistono varchi su realtà vicine ma sconosciute, come quella da cui arrivano i rifugiati di un popolo sotterraneo, o che consentono tramite un semplice lavoro di bricolage di andare… da qualche altra parte. Magari sulla Luna, una Luna completamente diversa da quella che conosciamo oggi, o su altri pianeti dove si viene accolti da un cavaliere spaziale, o da un mostro a tre gambe, o da “umani domestici”, o da esseri coi quali occorre trovare, e in fretta, un modo di comunicare. Perché comunicare è la cosa importante, sia che si debba decidere qual è la “ragazza” meritevole del titolo di miss Universo, con in gara esseri alieni di tutti i tipi, sia che si debba entrare nel cuore di una naufraga da un altro mondo, sia che si instauri un rapporto economico con un lattaio che nessuno ha mai visto.
Jack Vance è famoso per i suoi tanti romanzi, ma la sua arguzia, il suo humor, la sua originalità funzionano benissimo anche nei racconti brevi, piccole “stelle” che brillano nel firmamento di questo grande scrittore. E qualche volta cadono sulla Terra come meteore, magari sulla testa di un astronomo. Ma questa è un’altra storia.