Cos’è il reale? Davvero pensate che sia una quantità di eventi riconoscibili e perfettamente circolari, epigoni di una razionalità che tutto deve concludere? E se invece fosse un sotteso omaggio a qualcosa – qualcuno – che non c’è più, che magari usava il nome di un altro illustre defunto per sentirsi vivo e per continuare a mantenere vivo il predecessore?
Quanti, nella propria vita, hanno avuto la prerogativa di chiudere la gran parte delle porte rimaste aperte? Quanti MarcoMilani possono raccontare di sé, senza esserlo perché lo sono stati troppo e troppo a lungo?