Alessandria, fine giugno 1940. Due settimane dopo la dichiarazione di guerra da parte del Duce, mentre i primi militari italiani si scontrano in Val di Susa contro l'esercito francese, il commissario Augusto Maria Bendicò si trova a fare i conti con l'omicidio di Damiano Capobianco, fotografo fascista di provata fede. Sul luogo del delitto vengono rinvenute foto di donne seminude. Le immagini sono deturpate e rendono impossibile l’identificazione dei soggetti. Le indagini si muovono in parallelo alle prime informazioni che arrivano dal fronte di guerra. Emerge un mondo di ricatti che ruota attorno alla figura della vittima, ai suoi legami con il mondo militare impegnato in Libia; ma, soprattutto, si scava nella relazione tra Damiano e Cosimo, suo fratello gemello.