Un romanzo per certi aspetti folle, soprattutto se si pensa al suo autore, il solitamente raccomandabile Salvatore Farina, cantore delle gioie domestiche e virtuoso dell’happy end a tutti i costi. Perché folle? Per i problemi onomastici (due Desiderio al prezzo di uno… o di due?) e perché tra il prologo e l’epilogo non c’è nemmeno l’ombra di un capitolo. Al pubblico non resterà, quindi, che passare dall’antipasto al dessert (o al peralzarsi, come lo chiamavano i futuristi, un po’ autarchici e un po’ bontemponi), senza passare per le portate principali. L’appetito, comunque, sarà soddisfatto lo stesso viste le porzioni abbondanti sia degli stuzzichini sia del dolce e, per quanto riguarda il primo e il secondo, ognuno potrà inventarsi quello che preferisce, magari aggiungendo addirittura il sorbetto…