Un’intensa riflessione sul silenzioso dialogo tra vita e morte. Un’asciutta indagine sulle increspature più recondite dell’animo umano, in perfetto contrasto con l’umido borgo appenninico in cui si dipana la vicenda. La noia, la solitudine e la fatica del sopravvivere, immortalate senza mezzo cedimento al registro patetico, stringono la gola del lettore impedendogli di sottrarsi a domande solo apparentemente banali, domande che fanno paura a tutti… perché nasciamo? perché moriamo? che senso ha il nostro passaggio sulla terra? Un anziano prevosto di montagna non cerca nemmeno di rispondere o forse lo fa mettendo in dubbio le misere certezze racimolate dentro un’esistenza fatta di niente… Dai costoni dei monti e dai pascoli veniva giù il color blu della notte. Non c’era più grama compagnia di quell’ora. Vi sorprendono certi pensieri, e i ricordi v’entrano in corpo: “Tutto qui?” vi vien fatto di chiedere: sicché un uomo non è più neanche un uomo.