Due gemelle allo specchio. Maria e Maddalena strizzano l’occhio alla figura biblica di peccatrice redenta, ma finiscono col restare imprigionate nelle proprie ragnatele viscerali. Bánffy non fa sconti a questa indimenticabile coppia di eroine, al contempo respingenti e seducenti nel loro disperato tentativo di scappare dagli artigli del destino. Protagoniste, quasi inconsapevoli, di un libro grondante di sensualità, nel quale il piacere, dannunzianamente inteso, è il burattinaio che muove gli istinti e s’insinua nelle fenditure della razionalità, facendola a brandelli, come vele lacerate dal vento durante il fortunale. Il vento, già, il pericolosissimo vento di lago, personaggio invisibile (e cruciale) della narrazione… Uscì sulla veranda. Un forte colpo di vento la investì, gettò indietro l’accappatoio, dietro il suo corpo nudo […]. Quando se lo tolse, volò lontano, si abbatté contro la porta, e lei, come se si sentisse liberata dall’ultimo vincolo, dall’ultimo freno che la teneva alla sponda, con un impeto di gioia vittoriosa si gettò nell’acqua.