Il suono rugginoso di lugubri organi, altro che mandolino a festa. Verdinois entra in un territorio ricco di arcani contrasti in cui superstizioni millenarie e spiritismo d’avanguardia danzano a braccetto. L’ombra dell’esoterismo raggiunge ogni angolo della pagina, alla quale non resta che arrendersi all’inevitabile tirannia dell’irrazionale. L’aggettivo del titolo, ‘inverisimili’, non è altro che una strizzata d’occhio, perché certi racconti sembrano, invece, tanto autentici che, forse, il pubblico preferirà dormire con una lucina accesa dopo averli letti… è il bello delle storie di paura, capaci di farci immaginare spazi di sconfinata fantasia in cui calare l’uggiosa quotidianità. E a rendere veri i fantasmi contribuisce in larga misura anche lo stile brillante e ‘giornalistico’ (nel senso migliore dell’aggettivo) usato per immortalare l’occulto.