Immortali | 33

Che fare?

di Nikolaj Gavrilovič Černyševskij

Non si cada nell’errore di guardare questo libro come un’opera letteraria d’altri tempi: la feroce nonché impietosa rappresentazione della società borghese del 1863 va a mettere il dito dentro piaghe che fanno male anche oggi. Eccome!

Titolo originale: Что делать? (1863)

Traduzione di Federico Verdinois

Romanzo | pagg. 239 | 03/12/2024 | Letteratura

Di cosa parla Scarica ora
Che fare? (copertina)

Il libro

“Voglio fare esclusivamente quel che sceglierò di fare, e facciano pur gli altri allo stesso modo, a nessuno chiedo niente, di nessuno voglio costringere la libertà, e voglio, voglio, esser libera io stessa!” grida la protagonista di un romanzo, scritto tra le sbarre della fortezza di Pietro e Paolo, che infiammò generazioni di rivoluzionari pur non parlando (direttamente) di politica, ispirò il titolo del cruciale saggio programmatico di Lenin, Che fare? Problemi scottanti del nostro movimento (1902), venne adorato da Majakovskij e fu rivisitato da Nabokov nel capitolo quarto, vero capolavoro metaletterario, de Il dono (1937), ma oggi viene poco letto. Invece merita tutta la nostra attenzione, perché è sempre il momento giusto per chiedersi Che fare?

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L’autore

Nikolaj Gavrilovič Černyševskij (Saratov, 1828 – ivi, 1889), letterato e politico russo. Fu attivo collaboratore di importanti riviste come Otečestvennyja Zapiski, Atenej e Sovremennik, portando avanti teorie progressiste che gli valsero un arresto nel 1862. Trascorse sette anni di dura prigionia in un carcere non lontano dal confine con la Cina e diciotto anni di confino, prima in Siberia e poi sul Mar Caspio. Fu una delle più significative personalità del movimento sociale russo. La sua idea, visionaria e al contempo concreta, di arte come motore per la realizzazione del benessere sociale influenzò profondamente gli intellettuali russi (e non solo) contemporanei. Oltre al fortunato romanzo Che fare? (1863) scrisse importanti trattati, tra i quali vanno ricordati i Saggi di economia politica (1861), nei quali si ritrovano in nuce alcuni concetti poi sviluppati da Marx ne Il capitale.

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