È difficile uscire dalle reti di questi racconti in cui avventura e mistero non sono proiettati in altri continenti, come nei romanzi di Salgari, ma restano piacevolmente intrappolati in un mar Ligure assai diverso da quello spacciato dalle brochure dei moderni tour operator. Niente navi da crociera, ristorantini e discoteche, ma strani mostri marini, rocambolesche scorribande di pescatori, delfini dai contorni orrorifici, tempeste, bonacce, imprevedibili brutalità… L’intera gamma delle miserie umane, prese a sberle dal vento salato della riviera, e, insieme, tutte le piccole anarchie quotidiane della ‘gente di mare’: “È seduta a rammendare una piramide di maglie e calzoncini estivi per la tribù dei suoi frugoli che reclamano urgentemente indumenti leggeri e vanno già sperdendosi sulla scogliera, ignari d’ogni legge, d’ogni disciplina e d’ogni scuola”.