Immortali | 37

Decadenza del vizio e altri pretesti

di Carlo Linati

Cosa vi accadrà leggendo questi sapidi pamphlet? Sicuramente vi divertirete. Imparerete, certo, molte cose. E, soprattutto, vi ritroverete a riflettere su alcune pieghe (un po’ nascoste) dell’esistenza…

Racconti | pagg. 163 | 15/07/2025 | Letteratura

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Decadenza del vizio e altri pretesti (copertina)

Il libro

Diciannove prose, brillantissime e frizzanti, nelle quali si affrontano, senza pesantezza cattedratica, gli argomenti più diversi con disinvoltura giornalistica mescolata a sperimentalismo artistico. Un po’ manzoniano, un po’ scapigliato e (anche) un po’ anglosassone d’adozione, Linati mette a frutto lunghi anni di peregrinazioni letterarie e geografiche per dire la sua con particolare sagacia espositiva. Passa da notazioni erudite (sempre narrate col giusto brio) a riflessioni filosofiche, per poi approdare a spassosi aneddoti autobiografici, attraverso virtuosismi funambolici degni di un intellettuale a tutto tondo, capace di declinare i contenuti alla forma (e viceversa). Un fuoriclasse del pindarismo moderno, insomma. Il tutto facendo sua una celebre frase di Vittorio Alfieri, spirito inquieto e irrimediabilmente smarrito: “Per me l’andare era sempre il massimo dei piaceri e lo stare il massimo degli sforzi”.

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L’autore

Carlo Linati (Como, 1878 – Rebbio di Como, 1949), scrittore, giornalista e viaggiatore. Dopo aver esercitato per breve tempo l’avvocatura, si diede alla scrittura, dando alle stampe articoli, racconti, romanzi e resoconti di viaggio. Collaborò per lungo tempo col Touring Club Italiano, come “inviato”, andando in giro per l’Europa con vari mezzi di trasporto (bicicletta, treno, macchina). Nel 1925 firmò il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce. Lavorò anche come sceneggiatore di radiodrammi e, soprattutto, come traduttore di importanti autori di lingua inglese (Robert Louis Stevenson, Thomas de Quincey, James Joyce, Henry James, Charles Dickens, David Herbert Lawrence, John Millington Synge). Inoltre presentò per primo in Italia la poesia di Ezra Pound e gli scritti di Virginia Woolf. Tra le sue numerosissime opere si distinguono Portovenere (1910); I doni della terra (1915); Sulle orme di Renzo (1919); Malacarne (1922); Storie di bestie e di fantasmi (1925); Cantalupa (1935); Sinfonia alpestre (1937); Quartiere cinese (1942); Due tempi in provincia (1944) e l’interessante raccolta di saggi Scrittori anglosassoni d’oggi.

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