Si guardò in giro con le mani tremanti sia per il freddo che per la tensione ed iniziò a sentirsi stanca ma c’era quell’incubo che aveva fatto poco prima: quel bizzarro, grottesco orrore con Daniel esposto al museo, rigido, imbalsamato innanzi agli sguardi sbalorditi della gente che riprendeva, fotografava, rideva, osservava… quel sogno terribile poteva essere premonitore di qualsiasi cosa. In quell’attimo, infreddolita su quella strada in salita, la sua mente scossa s’infiammò di terrore, l’angoscia superò la ragione ed Erika, in mezzo alla strada, giunse all’onirico congiungendo l’incubo di prima con l’attuale silenzio di Daniel e Reena.