Il primo e l’ultimo racconto di questa antologia sono in un certo senso speculari. Nell’ultimo, Il peccato dell’America di Catherynne M. Valente, finalista un po’ a tutti i premi del settore, gli Stati Uniti trovano un modo tutto loro di espiare peccati che si sentono sulla coscienza. Nel primo una parte di questi peccati, nello specifico il colonialismo e la crisi climatica, sono pagati col proprio stesso respiro dagli ultimi della Terra. Un racconto, quello di Oghenechovwe Donald Ekpeki, che ha vinto il Nebula ma che qualcuno ha definito “troppo distopico”. Ma troppo per chi, si chiede Ekpeki? Per chi vive già nella distopia, come gli abitanti della Nigeria, la scala distopica è tutta diversa.
Anche su Robot proseguiamo l’opera di riscoperta di Daniela Piegai con due racconti e un saggio-intervista della sua curatrice Laura Coci, mentre Davia, Stocco, Peyrano e Maramonte indagano aspetti diversi dei confini dell’umano.