Mariska Voločkova odiava sua madre. La odiava perché non riusciva a capirla, la odiava perché l'aveva abbandonata, e soprattutto la odiava perché era identica a lei, o a come lei sarebbe diventata, perché Mariska non era figlia di Natalja Voločkova, era il suo clone.
Mariska come Natalja aveva un dono particolare: era nata con i geni per l'ibernazione, adattata per il viaggio nello spazio, immersa nel sonno profondo. Questo era il suo destino, era la sua natura, e lei la odiava con tutte le sue forze.
Racconto finalista al Premio Nebula 2009