Gabriele D'Annunzio
Gabriele d’Annunzio (Pescara, 1863 – Gardone Riviera, 1938) cercò di fare della propria esistenza un capolavoro inimitabile e, se sul sostantivo più di una persona potrebbe avanzare seri dubbi, sull’aggettivo c’è poco da questionare: difficilmente nascerà un altro Vate (e qualcuno aggiungerebbe “per fortuna”… altri, invece, esclamerebbero “purtroppo”). Oltre che letterato di fama mondiale (autore di celeberrime opere in versi, in prosa e per il teatro), fu uomo politico, giornalista, sfacciato seduttore seriale di donne e di folle, militare pluridecorato per le proprie imprese eroiche (si pensi ai voli su Trieste e Vienna e alla beffa di Buccari), sfrenato collezionista di opere d’arte, fondatore di uno stato (a Fiume, durante i 16 mesi di occupazione, tentò con tutte le proprie forze di dare forma concreta alla l’utopia dell’artecrazia), instancabile inventore di parole e di slogan e così via. Inviso a molti per la sua contaminazione con il fascismo (in verità molto più ambigua di quanto ci si potrebbe aspettare… Mussolini temeva d’Annunzio, che, dal canto suo, fece l’errore di sottovalutare il Duce), resta nonostante tutto una delle figure intellettuali più interessanti dei primi decenni del Novecento.
Generi: Letteratura
1 titoli