Luciano Zuccoli
Luciano Zuccoli (Calprino, Canton Ticino, 1868 – Parigi, 1929), all’anagrafe svizzera Luciano von Ingenheim, fu brillante giornalista, direttore di riviste e quotidiani, sceneggiatore per il cinema nonché romanziere di successo. Di nobili lombi (il padre era un conte di origini tedesche), condusse un’esistenza gaudente e ricca di avventure. “Riottoso e prepotente, bevitore e libertino, beffardo e cinico”, così si autoimmortalò in Luciano Zuccoli raccontato da Luciano Zuccoli (1924), nel quale rimarcò compiaciuto le proprie peripezie lubriche oltre alla proprie dipendenze (in aggiunta ai ‘semplici’ alcolici, pare fosse dedito anche ad assenzio e morfina). Tra i suoi volumi più popolari (Zuccoli fu un autentico bestseller) possiamo ricordare I lussuriosi (1893); La morte d’Orfeo (1896); Per la sua bocca (1918); Le cose più grandi di lui (1922); Il peccato e le tentazioni (1926). Collaborò anche al romanzo collettivo ucronico, del cosiddetto Gruppo dei Dieci, Lo zar non è morto (1929). Scomparve nella capitale francese, dove stava curando la traduzione delle proprie opere, per una forma severa di polmonite. Precipitato nel dimenticatoio poco dopo la fine del secondo conflitto mondiale, fu ‘riscoperto’ a partire dagli anni Settanta.
Generi: Letteratura
1 titoli