Peter Nicholls, esimio critico inglese, ha scritto nella sua Enciclopedia della Fantascienza che «A Martian Odyssey fu il primo tentativo di descrivere la vita su un altro pianeta come un complesso di equilibri biologici, ecologici ed etici, con approfondimento e credibilità, ben lontani dalla descrizione di mostri e mutazioni spesso demenziali che erano la linea generale seguita dagli altri autori del periodo.»
Tutto ciò vale anche per le altre storie interplanetarie di Stanley Weinbaum, che molti considerano fondamentali per l’evoluzione della fantascienza moderna, e in particolare per questo I mangiatori di loto.
La storia narra dell’esplorazione del lato oscuro di Venere da parte di una coppia di esploratori, Hamilton "Ham" Hammond e Patricia Burlingame, uno americano, l’altra inglese, appartenenti a due imperi divisi che hanno colonizzato il pianeta ma uniti dal loro amore. All’interno di un’avventura romantica tra pericoli naturali e mostri disumani ci sarà anche l’incontro indimenticabile con Oscar, un bizzarro e intelligente alieno di straordinaria matura.