Stanley G. Weinbaum
Stanley Grauman Weinbaum (1902-1935), che aveva al suo attivo un paio d’anni di studi di ingegneria chimica, fu uno dei veri innovatori della narrativa fantascientifica. Con un solo racconto, Un'odissea marziana, apparso sul fascicolo del luglio 1934 di Wonder Stories, si creò una reputazione e diede il colpo di grazia al cliché degli extraterrestri visti solo come terribili invasori della Terra e dotati sempre di intenti malvagi. Le sue storie, vivaci ed eleganti, presentavano invece intelligenze strane e complesse, esseri alieni non necessariamente «cattivi» ma spesso al di fuori della logica umana: celebri sono rimasti personaggi come Tweel, la creatura marziana simile a uno struzzo, oppure Oscar, la pianta venusiana intelligente e filosofeggiante di questo I mangiatori di loto. Weinbaum, che morì prematuramente nel dicembre del 1935 per una possibile polmonite gettando nello sconforto più totale gli appassionati dell'epoca, ci ha lasciato solo alcuni romanzi (di cui due tuttora inediti nel nostro paese) e una ventina di racconti. In Italia sono usciti quasi tutti i suoi racconti più celebri: la Nord e la Libra hanno pubblicato due splendide raccolte delle sue opere (ormai quasi introvabili), e Fanucci, nei lontani anni settanta, presentò il suo romanzo più compiuto, La fiamma nera, una sorta di riscrittura moderna del grande She di H. Rider Haggard. Erano rimasti tuttavia inediti alcuni racconti, storie ingenue ma piene di intuizioni geniali, tenendo presente l’epoca in cui furono scritte, come Alghe mortali (Smothering Seas, scritto in collaborazione con Ralph Milne Farley), un’opera divertente e spensierata che abbiamo proposto da poco e che mostra alcune premonizioni davvero interessanti sul futuro dell’umanità e sull’ecologia del nostro pianeta, in particolare sul buco dell’ozono e sulle sue nefaste conseguenze per la Terra. È comunque con grande piacere che riproponiamo I mangiatori di loto, un altro dei suoi imperdibili classici.
Generi: Fantascienza
3 titoli