I segreti che ognuno si porta dentro: di questo parla il romanzo “I ragazzi di Lorenteggio” che Franco stava scrivendo prima di sentirsi male. Parla della Milano degli anni ’70, delle manifestazioni, delle lotte studentesche, della droga, del terrorismo che stavano contaminando la mente di alcuni giovani. Era finito il tempo in cui bastava fare una partita di calcio ascoltando i Beatles, è un mondo improvvisamente cambiato quello che Franco descrive. La storia che racconta parla di un giovane ucciso, di un attentato, di un grande amore del protagonista, di una giovane bellissima. Maria, la figlia di Franco, comincia a pensare che tutti i personaggi descritti siano reali, e siano attorno a lei. E quindi può essere la storia di suo padre, e anche di sua madre e di sua zia, della sua famiglia. Eppure non li riconosce con quelli che sono oggi. Queste persone vengono avvertite da lei che c’è un romanzo di suo padre che parla di giovani inquieti, che hanno conosciuto violenze, sbandamenti, droghe, nella Milano degli anni di piombo. Descrive alcune particolarità di loro. E questi improvvisamente si riconoscono, si sentono minacciati. Che cosa è venuto in mente a Franco? Perché deve tornare a quegli anni, ai loro segreti? Per ognuno di loro è un viaggio nei ricordi, in quello che erano, nei sogni di allora, in ciò che avevano fatto. Alcuni si vergognano del proprio passato, certamente non si riconoscono più. Volevano cambiare il mondo: questo per tutti era il tema ricorrente. La loro vita di oggi, disillusa, con il senso di avere perduto molto, a volte in modo irreparabile, non è la vita che avevano sognato. Il mondo è comunque cambiato, ma non in meglio.