Napoli. Sofia è una bambina coraggiosa e intelligente. Attraverso la porta semichiusa della sua stanza diventa testimone inevitabile dei maltrattamenti che suggellano le mura di casa, ipotetico luogo sicuro dal quale si allontana rifugiandosi di nascosto nel suo Tesorino, un libricino narrante La Bella e La Bestia, fiaba che prende come esempio credendo di poter realizzare il proprio desiderio: guarire suo padre Tommaso.
Durante l’ennesima violenza, Sofia affronta il padre e resta vittima di un incidente che lascia la sua sorte in sospeso. Un destino che si tramuta in refolo di tempo, spalancando quella porta socchiusa e che la attraversa per posarsi sul passato di Tommaso, lente d’ingrandimento di un presente inaccettabile, che mostra, con i suoi occhi, la durezza della vita.
Tommaso ha sette anni e un’infanzia calpestata. Arranca nei giorni come un randagio, rimbalzando da eventi imprevisti a traumi forzati. Cresce in fretta e i continui abbandoni plasmano il suo animo nero, imprigionato in un limbo tra giusto e sbagliato, tra rabbia e paura.
Vittima o carnefice? Tommaso ha già scelto chi essere. Lo ha fatto anche per Sofia.
Un romanzo forte, di carattere sociale, lottatore per una verità intimidatoria. Un riflettore che vuole illuminare angoli di mondo trascurati dalla società. Un megafono che vuole zittire amori criminali, e urlare: “Amami come mi amerei io, perché una donna si conquista con il cuore e non con la violenza”.