Questo secondo saggio di Maurizio Chatel nasce dalla “matrice” di problemi posti nella sua precedente riflessione (L’opinione pubblica tra filosofia e social network¸ TechnoVisions n. 34, Delos Digital, 2021) sulla dicotomia tra opinione e scienza. Oggi si pensa alla filosofia come a qualcosa di alternativo alla scienza e soprattutto alla tecnica, ma occorre tenere presenti due fatti: 1) la scienza attualmente più avanzata e specialistica, la fisica delle particelle, è ancora espressione di quella ricerca dell’Unità del Tutto che è all’origine del pensiero filosofico occidentale 2) la ricerca filosofica dell’Unità – Henosis – non solo è comune a tutte le visioni speculative espresse dall’umanità, ma ha segnato tutta la nostra storia allacciando per millenni il comune destino di metafisica e scienza, certamente da Platone fino a Leibniz. Occorre allora chiarire, in modo non specialistico ma con un linguaggio “comune”, di cosa si parla quando si parla di metafisica. Il compito di un “pensare filosofico” che si faccia di nuovo teoria – metafisica – e non solo pratica può essere quello di capovolgere l’idea corrente di scienza, intesa come strumento di Salvezza (in senso escatologico), come una sorta di esercizio di perfezionamento (ascesi) che può farci trascendere i nostri limiti. La scienza deve tornare a essere pensiero unificante, ma rinunciando alla sua aura redentrice, trascendente. Deve tornare a farsi modello di ragionamento, non modello di perfezione.