In un futuro non troppo lontano l’umanità si è sparsa attraverso la galassia, ed ha dovuto tristemente constatare che il cosmo, a differenza delle grandi speranze iniziali, è un luogo assai cupo e solitario. La maggior parte degli alieni incontrati non hanno interesse a comunicare con la razza umana, con la sola eccezione di una specie aliena superiore e arcana: esseri di pura energia, impossibili da catturare, imperscrutabili e imprevedibili, che sembrano tuttavia avere una sorta di interesse missionario verso gli umani. Cassie è una giovane malata di cancro per una eccessiva esposizione alle radiazioni. La scienza del futuro ha fatto passi da gigante e l’umanità ha conquistato lo spazio, ma non ha debellato la malattia più terribile. Cassie è giovane e sa che l’aspetta una fine orribile ma non ha perso le speranze. La sua fede in una divinità superiore, che si è forse manifestata attraverso il “Salvato” – un essere che galleggia in una bolla e in uno stato quantico dal comportamento instabile – la spinge ad affrontare, assieme a un gruppo di fedeli come lei, un doloroso pellegrinaggio su un lontano pianeta che prevede di avanzare faticosamente verso una meta in apparenza irraggiungibile. Il rituale richiede di avvicinarsi all’Avamposto sulle ginocchia, strisciando attraverso un terreno gelido e roccioso fiocamente illuminato dalla luce delle stelle.
Dopo averci conquistato con due racconti lunghi che riprendevano, con nuova linfa e vigore, tematiche classiche come l’orrore su un’astronave nello spazio profondo (Nel buio tra le stelle), e il difficile rapporto tra creato e creatore (Oltre il velo delle stelle), Davide Mercurio Rivera ci ripropone, con questo Missionari, l’eterno conflitto tra scienza e religione.