Nora Sokolova, comandante e armatrice spaziale, non è tipo da rifiutare un incarico o una missione, non importa quanto pericolosi o al limite dei regolamenti. Non con un passato familiare segnato dall’assassinio del padre, comandante militare. Non dopo essere stata educata alla disciplina e all’onore da un uomo che verrà tradito e ucciso da chi ha trasformato quei valori in menzogne.
Divisa a metà tra sete di giustizia e desiderio di trasgressione, Nora accetta di trasportare sei particolari passeggeri – due scienziati governativi, uno scomodo reporter, due affermati imprenditori e un principe ereditario altresì leader religioso – verso una destinazione ancora più particolare: Flood, un esopianeta dalle dimensioni gigantesche ricoperto quasi per intero da un unico, tempestoso, oceano. Un pianeta da anni dichiarato “impossibile da terraformare”.
L’essere adeguatamente retribuita o la soddisfazione di violare un ennesimo divieto non possono tuttavia trattenere Nora dal porsi dei dubbi ben precisi: perché quella squadra, in apparenza non proprio affiatata e omogenea, salvo l’alto livello raggiunto nelle rispettive professioni? Perché quella destinazione inospitale, dove è quasi impossibile persino atterrare?
È facile per la comandante sospettare che qualcuno nasconda qualcosa; e che il “qualcosa” non abbia una sostanza particolarmente nobile.
Impossibile anche per lei, tuttavia, intuire che il problema riguardi proprio un certo tipo di sostanza.