Alberto è scomparso definitivamente in un martedì qualunque di ottobre.
All’inizio è sparita una mano. Io ero innamorata delle sue mani. Ero convinta, e mi sbagliavo, che mi sapessero proteggere, consolare, incoraggiare.
La sua mano sparita all’improvviso era stato un segnale o solo un modo per darmi tempo, per dirmi che non era come pensavo, che ci sarebbe stato modo di aggiustare le cose, che ce l’avremmo fatta.
Lui non lo sapeva, ma lo sapevo io. Ero spaventata: terrorizzata un attimo prima e leggera un attimo dopo.
Due cose mi sostenevano: la convinzione di non conoscerlo, di non riconoscerlo più, e una camicia bianca…