Dal momento che la fantascienza italiana raramente viene ripubblicata dopo la prima apparizione, le nuove generazioni di lettori conoscono meglio la science-fiction statunitense degli anni Quaranta che quella italiana di sessanta, trenta o anche soltanto venti anni fa. Questo oblio fa sì che gli aspiranti scrittori possano ispirarsi solo a modelli esteri, trascurando autori e autrici italiani che non sono approdati alla grande editoria. Uno di questi casi è lo scrittore triestino Livio Horrakh, nato nel 1946 e vincitore, tra l’altro, della prima edizione del Premio Italia (1972) nella categoria racconto. Leggere oggi Horrakh significa scoprire che ha scritto un racconto cyberpunk quattro anni prima di Johnny Mnemonic di Gibson, che in un altro anticipa di 15 anni Cecità di Saramago, che i suoi romanzi pubblicati dopo il 2017 per case editrici minori sono opere incredibili che mescolano mondi paralleli, fisica quantistica, fantapolitica, viaggi nel tempo, musica degli anni Cinquanta e religioni orientali! Questa antologia contiene tutti i racconti pubblicati da Livio Horrakh tra il 1968 e il 2003, per rimediare all’oblio prima che sulla fantascienza italiana sia fatto il buio.