L’agente Giacomo Pozzo, da poco entrato in polizia, si scontra coi pregiudizi di colleghi e superiori a causa della sua imponente stazza fisica, ma quando l’ispettore Paladini lo mette a fare la guardia sulla scena di un delitto in un appartamento di Padova, proprio non si ritrova a starsene con le mani in mano e a mettere la sua mente investigativa in stand by.
L’omicidio dell’ottantacinquenne Agnese Martelli sembra il classico “delitto della camera chiusa”, e Giacomo Pozzo, che trova benevolenza soltanto nel Guappo, un viceispettore sui generis, capisce che quella è l’occasione che aspettava per mostrare sul campo l’acume poliziesco di cui è dotato. E così, seppure girato di schiena, ma con tutti i sensi all’erta, mette insieme le mezze frasi che afferra a mozzichi e spizzichi, assembla particolari, scarta ipotesi, sino ad arrivare alle proprie deduzioni e, nonostante l’aperta avversione dei colleghi, agisce di conseguenza. Perché non è affatto vero che chi ha muscoli non ha cervello e questo caso costituirà per l’agente Pozzo il suo riscatto personale e professionale.