Sapevate che il sottosuolo di Napoli è un dedalo di grotte e cunicoli scavati dall’uomo? E che molti palazzi del centro storico partenopeo sono sospesi sul vuoto, con pochi centimetri di roccia a separarli da voragini in grado d’inghiottirli?
Esiste un popolo in grado di tollerare un simile rischio e di conviverci in una serena quotidianità? Si tratta forse dello stesso popolo che da secoli coltiva le pendici di un vulcano dormiente ma non spento, fingendo d’ignorare la brutalità di cui questo mostro di pietra è capace?
I napoletani sono una strana comunità, che ha fatto del proprio stile di vita un vanto e una filosofia. Il viso solare di Napoli, che il mondo ben conosce e apprezza, ha i tratti del Golfo, della pizza, del bel canto e di Pulcinella. Ma nel ventre della città c’è molto di più. E, a Napoli come altrove, non si può apprezzare sino in fondo la luce disconoscendo l’esistenza delle tenebre.