Abitare nella casa che era stata di Dino Buzzati non comportava particolari emozioni: ti ci abitui. Abituarsi alla cugina Matilde, che era venuta a stare con me, portando le sue manie, le sue paure, le sue stranezze, era meno facile. Ma tutto era filato liscio finché non ci rendemmo conto, una sera, di quella zona del pavimento. Quella dove i nostri cani non passavano mai. Ma proprio mai. Giravano intorno, anche se apparentemente non c’era nulla. E fu quando Matilde, quasi per dispetto, ci saltò dentro, che si sentì quello strappo. E la nostra vita prese una piega a dir poco inquietante.