Gli Shakti hanno un aspetto di statue di marmo bianchissimo. Questo procura straniamento negli umani e stuzzica in molti il desiderio di verificare fino a che punto giunge la somiglianza. Le “statue” possono sanguinare? E torturarle placa l’odio e aiuta a superare il lutto? Nel diario di una loro vittima, molte domande e qualche risposta, su cui Ain, medico umano, non potrà evitare di confrontarsi.