“L’estate la trascorsero a Capri, nella villa di Augusto, nel cuore della stagione più fulgida dell’imperatore all’apice del suo regno, mentre in autunno ci fu il pellegrinaggio alla dorata Canterbury. Dopo sarebbero andati a Roma per Natale, per vedere l’incoronazione di Carlo Magno. Ma adesso era primavera nel loro meraviglioso viaggio, era quel glorioso mese di maggio verso la fine del Ventesimo Secolo, destinato a finire con un improvviso ruggito di morte e un cielo rosso fumante.”
Così inizia In Another Country, il magnifico romanzo breve (finora inedito in Italia) che Robert Silverberg scrisse per la collana della Tor che riuniva in un unico volume un classico della fantascienza (in questo caso lo splendido Vintage Season del duo C.L.Moore/H.Kuttner, anche se tutti sanno che la novella fu opera sostanzialmente della Moore) e un seguito composto da un autore contemporaneo.
Come dice lo stesso Silverberg nell’introduzione, lui preferì riscrivere la stessa storia da un altro punto di vista piuttosto che un seguito, ma cercò (a nostro modesto parere con grande successo) di riproporre lo stile lirico della Moore, riuscendo a ricreare un’atmosfera di pathos che ha pochi eguali nella sua immensa produzione.