Per questa novella, composta per la rivista Science Fiction Age nel 1996 e candidata sia al premio Hugo che al Nebula, Robert Silverberg dice di essersi ispirato alla storia del grande architetto Dedalo, personaggio della mitologia greca che, secondo la leggenda, avrebbe progettato il labirinto del re cretese Minosse, dove avrebbe risieduto il Minotauro.
Silverberg riprende dunque la leggenda greca e, mantenendo quel tono tra il poetico e lirico che aveva usato molti anni addietro nel suo grande capolavoro “Ali della notte”, ribalta completamente la vicenda.
Con la grande maestria che ha raggiunto nella piena maturità stilistica e creativa, l’autore di tanti capolavori della fantascienza moderna ci regala la storia affascinante di un uomo prigioniero di una razza barbara e della venuta di una cometa in un mondo ancora soggiogato dalle paure di antiche e minacciose divinità, un mondo dai contorni vivaci e dai molti pericoli, redento dalla figura incredibile del grande ingegnere Kell, genio dai molteplici interessi, il cui destino sarà inesorabilmente legato a quello dell’Alieno rinchiuso nell’incredibile labirinto che lui stesso ha creato.