Il suggestivo palazzo rinascimentale di via Festa del Perdono, sede della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’università Statale di Milano, è teatro di un omicidio. Il solito rebus per Leonardo Grandi, ma questa volta il commissario in pensione può contare su un testimone d’eccezione: il suo fedele assistente.
L’indagine è comunque ostica, perché la scena del delitto, lungi dall’essere un ambiente rarefatto, frequentato da austeri uomini di studio, sembra un ricettacolo di malvagità, dove spiccano docenti invidiosi, professoresse ninfomani, ricercatori assetati di potere, studenti pronti a tutto e impiegati scansafatiche. Sullo sfondo affiorano un indizio cifrato lasciato dalla vittima e un codice segreto che dovrebbe addirittura rivoluzionare il senso della Divina Commedia di Dante.
Un caso semplice da risolvere, dichiara a sorpresa Grandi con inconsueta modestia poco prima di rivelare la verità. Ma, come ben sanno i lettori di gialli classici, tutto è sempre facile, dopo.