Così chiosa Carmine Mangone in quello che possiamo vedere come una sorta di seguito ideale di E nondimeno l’anarchia. Qui, in particolare, l’autore affronta gli aspetti del nostro vivere legati al governo degli spazi vitali e alle dinamiche che vi s’instaurano, le quali, soprattutto quando si agganciano a pretese di durata e di potenziamenti illimitati dell’umano, divengono fatalmente delle dinamiche di potere, sottomissione e sopraffazione. Ancora una volta, filosofia e politica, necessità e desiderio, s’incontrano e scontrano su più piani d’intervento, rendendo questo libretto digitale una forma di ribellione fondata e istintiva, resa infine coerente da un approccio anarchico e “affettuoso” verso il sapere e le cose del mondo.