A volte l’impossibile ha le sue ragioni, come ben sa Don Michele Lepri, lui che l’impossibile considera sempre poco probabile e che, con l’eccezione dei miracoli, tende sempre ad insospettirsi di fronte all’improbabile. E se nella Roma del 1888, avvelenata dall’afa, viene chiamato da un amico vescovo a risolvere una vicenda apparentemente impossibile, si chiede subito se ci sia il trucco e come lo dovrà svelare. Il destino del potere temporale dei papi, appeso ormai al filo del territorio vaticano, gioca tutta la sua partita sul piano simbolico e politico del potere. Dietro i veti incrociati di stato italiano e chiesa cattolica ci sono diplomazie segrete e molte, molte cordate in lotta tra loro. Una disinvolta lettera riservata a firma del ministro Crispi arriva in Cancelleria papale e subito scompare… Don Michele sa che dietro una maschera di soluzione ce ne può sempre essere una seconda, più nascosta e più scomoda, che qualcuno non vuole mostrare. Nel Machiavelli il buon don Michele non ha mai creduto: mezzi e fini, per lui, qualificano l’uomo che li sceglie.