Amori impossibili tra esseri umani e creature mitologiche; donne abbandonate messe di fronte all’ultima occasione di una vita; beffardi rovesciamenti di ruolo tra vittime e carnefici; personaggi che scavano nel proprio passato per liberarne i fantasmi; fantasie buzzatiane sul momento liminare in fondo a un’esistenza; e infine lei, Duchessa, gatta magica che balza dalle pagine dell’ultimo racconto, e che in un finale memorabile sigillerà il contratto che la lega alla sua nuova padrona.
Inutile cercare un solo filo conduttore tra questi racconti di Giovanna Repetto. Ogni testo si collega agli altri in mille differenti riverberi di significato. Inoltre, adottando uno dei consigli di Julio Cortázar, “come un camaleonte” il suo stile muta e assume il colore di ogni differente clima narrativo. Eppure è sempre lei, Giovanna Repetto, perché sorniona la sua voce vibra tra le righe, e noi la riconosciamo. Come, accarezzandolo nel buio, riconosciamo il gatto che ci ha legati a sé per sempre.