Stresa, 1855. Alessandro Manzoni giunge al capezzale di un amico morente: l’abate Antonio Rosmini. Un uomo le cui idee sull’Italia, la Chiesa, la Libertà, avevano entusiasmato lo spirito risorgimentale dei lombardi fuggiti in esilio sulla sponda piemontese del Lago Maggiore. Quando Rosmini muore, Per don Alessandro i dubbi sulla sua morte sono tanti quanti i nemici dell’abate. I diversi sospetti rischiano però di trasformarsi in ossessione e di far cadere lo scrittore nel vortice di una assurda e inconcludente caccia all’untore.