Torino 1861. Giovanni Arrighi è un giornalista in cerca di notizie clamorose, rivelazioni scandalistiche, intrighi politici. Firma i suoi articoli con vari pseudonimi e si diverte a pubblicare su giornali di ogni schieramento: filogovernativi, di opposizione, clericali, anticlericali, cavouriani, garibaldini. E la capitale del neonato Regno d’Italia non gli fa mancare il materiale. Frequenta il Parlamento, ma anche taverne malfamate e squallidi postriboli. È amico di tutti e di nessuno. Nulla gli sfugge. Ma quando scopre l’esistenza di un complotto francese che minaccia il primo presidente del Consiglio italiano stenta a venire a capo dell’intrigo. E la matassa si ingarbuglia quando una serie di strani delitti macchia di sangue gli argini del Po. Tra ricattatori e traditori, ex garibaldini sbandati, nizzardi delusi, prostitute dissolute e aristocratiche amanti di alto bordo, la verità sembra sempre più sfuggente. Fino alla morte di Cavour e alla scoperta di una verità che impone di chiamare quella morte “omicidio”.