La fantascienza è la materia più duttile della letteratura, e Simonetta Olivo ha deciso di modellarla insieme a ciò che nel passato ha contribuito a creare il nostro inconscio collettivo: le fiabe.
L’impasto narrativo che ne è venuto fuori ha permesso alla Bella addormentata di essere qualcuno da non andare a risvegliare; al Soldatino di stagno di avere per nome S23 e di bruciare nel fuoco dell’odio; a Barbablù di essere un ricco “gatsby” che non dà alcuna speranza alle sue amate, perché guai a scoprire la password di quel gioco che è la libertà.
Tra gli archetipi delle fiabe e il futuro, c’è anche tutto ciò che stiamo modellando noi contemporanei, quindi l’odio razziale, l’esclusione dei diversi, la resa all’effimero.
Ogni fantafiaba ha questi ingredienti, con anche pezzettini di Shakespeare e Conrad e, a leggerle con cura, di ognuno di noi.