Spondulix, che poi Di Filippo trasformò in romanzo, è una storia divertente e assurda che però sottintende implicazioni sociali e finanziarie non banali (è curioso che il tema sia di straordinaria attualità nel nostro paese).
In Spondulix, Rory Honeyman, venditore di sandwich di Hoboken, ha un cronico problema di liquidità e non riesce a pagare i fornitori e il suo unico dipendente, Nerfball. Senza Nerfball, il negozio Honeyman's Heroes andrà sicuramente a picco, perché un sandwich targato Nerfball è come un’opera d’arte che emerge dal suo rapido coltello, e una garanzia di fedeltà da parte dei clienti abituali.
Tra i momenti di angoscia per la fluida e pericolosa situazione economica, Honeyman, un ex campione olimpico che ha lavorato anche in un circo, ha un guizzo d’ispirazione. Decide di creare gli spondulix, una sorta di coupon del valore di uno più sandwich, da spendere nel suo negozio, utili anche a pagare l’impaziente Nerfball.
Questa strana moneta alternativa, nata sul capriccio di un momento di follia, comincia però a circolare pian piano tra gli amici di Nerfball e di Rory, un gruppo di scapestrati, e poi invece anche tra la gente più normale, con conseguenze devastanti per la vita e l’economia di Hoboken.
Spondulix dimostra ancora una volta la genialità di Paul Di Filippo. Nella sua assurdità (ma le vicende attuali mostrano che tanto assurdo non è) rimane una storia di grande umorismo, piena di personaggi insoliti e divertenti. Una galleria di esseri umani che riflettono il meglio e il peggio del nostro genere: da quelli che cercano disperatamente l’amore e una vita di gratificazione personale, anche a costo di mettere in gioco la propria sicurezza, a quelli che sono invece mossi dall’avidità e dalla falsità. Un’esplorazione simpatica ma a suo modo profonda della società umana.