Nel 1894 il mondo è in bilico fra il passato e il futuro: l’elettricità è all’inizio, le barche impiegano i motori riadattati delle prime auto. Alla fine del suo ultimo anno di scuola, Baciccia Traverso, in attesa del suo primo imbarco, è in vacanza in riviera da un amico, fra belle bagnanti straniere che si spera “la diano”, e barchi in processione sul mare. Una piccola “ninfa del mare” lo affascina e lui, del tutto incapace di pensare a quanto possano essere considerati socialmente distanti il figlio di un deputato e una ragazzina senza scarpe e senza busto, vive il loro amore con una passione che si approfondisce con l’incidente che colpisce la fanciulla, finché lui s’imbarca e la nave che lo trasporta incappa in un fortunale. Passano i giorni, e i mesi, senza che di lui si sappia più nulla. Prima di partire, però, Baciccia aveva dato modo a Stellina di diventare la stilista che sognava di essere, e che aveva la capacità di diventare. “Non sarà mai libero chi non lavora, neanche le donne”, dice il padre deputato, che era partito da Quarto con Garibaldi e i suoi Mille.